Il randagismo: un problema sociale etico o economico?

Pubblicato il 15 maggio 2025 alle ore 19:47

“Il randagismo è un fenomeno complesso che riguarda la presenza di animali “domestici”, principalmente cani e gatti, che vagano senza padrone sul territorio. Questa è la definizione che si trova in rete riguardo al randagismo che considera randagi gli animali “domestici abbandonati senza padrone”.

Questa definizione, seppur corretta nella sostanza è concettualmente sbagliata: è purtroppo la deriva di un’interpretazione antica e fraintesa riguardo ai cani.

Oggi si pensa che i cani randagi siano esclusivamente cani abbandonati dall’uomo ma in tante parti del mondo ci sono generazioni di cani selvatici che da migliaia di anni si sono evoluti sul territorio ed hanno continuato a vivere vicino all’uomo ma senza grandi interazioni con lui. Fino a poco meno di 100 anni fa anche in Italia tanti cani vivevano liberamente sul territorio, praticamente quelli che oggi chiamiamo cani di quartiere.

Ma perchè i cani oggi non hanno più il diritto di vivere liberi sul nostro territorio, come tantissimi altri animali selvatici? Siamo certi che i nostri canili siano pieni di animali salvati e che sono stati rinchiusi lì per il loro bene o piuttosto abbiamo iniziato a “catturare e rinchiudere” i cani perchè sono diventati un problema per noi?

Forse qualcuno ha iniziato un business sulla pelle di questi animali, altrimenti non si spiega come mai non consideriamo i cani esseri liberi e selvatici come tutti gli altri animali ma ci sentiamo in diritto di controllarli! Perchè non sterilizziamo anche le volpi o i lupi? come è stato possibile che abbiamo iniziato a fare una discriminazione anche con gli animali? E chi ha deciso che i cani non hanno più il diritto di occupare liberamente i nostri spazi? Perché consideriamo “nostri” degli spazi che in realtà noi stessi occupiamo abusivamente?

Purtroppo nascosto dietro il benessere degli animali esiste un business milionario fatto di “volontari retribuiti”, staffette, stalli, asili, rifugi, veterinari compiacenti e tanto altro che poco ha a che fare con il benessere dei cani.

Per salvaguardare il benessere degli animali le Guardie Eco-Zoofile del N.O.E.T.A.A. (Nucleo Operativo Ente Tutela Animali e Ambiente) di Bari sono costantemente impegnate nel controllo del territorio, nel contrasto ai reati contro gli animali e alla prevenzione e controllo del fenomeno del randagismo su tutta l’area metropolitana.

I tanti studi in cinofilia hanno dato delle valide risposte a questi interrogativi e noi di TALK DOG nel campo della ricerca effettuiamo da anni studi legati al benessere degli animali e del cane in particolare proponendo e progettando valide alternative alla reclusione di questi fantastici animali.


Dott. Andrea Giuliani - Talk Dog -

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Commenti

Angelo
2 mesi fa

Articolo interessante che stimola riflessioni sull argomento

Marilena
2 mesi fa

Comprendo la complessità del tema trattato e riconosco l’importanza di riflettere su approcci alternativi alla gestione del randagismo. Tuttavia, sento il bisogno di esprimere alcune perplessità.
L’idea che i cani possano vivere liberi sul territorio come animali selvatici mi lascia dubbi: purtroppo la realtà attuale è molto diversa da quella che poteva esistere in passato. Un cane che vive per strada oggi, soprattutto in contesti urbanizzati, è spesso esposto a pericoli enormi: incidenti stradali, fame, malattie, maltrattamenti da parte di persone senza scrupoli.
Per questo ritengo che la sterilizzazione, sebbene possa apparire una pratica invasiva, sia in molti casi una misura di tutela. È uno strumento che può prevenire il proliferare di cucciolate destinate, nella migliore delle ipotesi, a una vita di stenti e, nella peggiore, a violenze e abbandono.
Sono d’accordo sul fatto che i canili non siano sempre la soluzione ideale, e che ci sia la necessità di trovare alternative più rispettose del benessere animale. Ma credo anche che la libertà, per molti cani, significhi purtroppo abbandono e pericolo, più che autonomia o rispetto della loro natura.
Penso che il rispetto per gli animali consista anche nel proteggerli da condizioni che possono causare loro ulteriore sofferenza.